Buongiorno del 16/2

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Buongiorno del 16/2

Oggi è carnevale.
Com’ è noto, la parola Carnevale deriva dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), forse influenzata anche da un altro termine latino, vale (quasi fosse “carne, addio”), poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale, subito prima del Mercoledì delle ceneri, inizio della Quaresima.

Esso è rappresentazione e esorcizzazione del caos del mondo, ciò che della natura (ci viene in mente qualcosa?) non sappiamo controllare ma anche drammatizzazione del caos sociale.

Perciò interagisce fortemente con la sfera spirituale-religiosa, cui comunque si richiama.

Nel primo caso (il passaggio dal caos al cosmo) è evidente il riferimento all’ intervento divino, con cui è necessario rinnovare periodicamente un dialogo fecondo: alla luce di queste premesse non sarebbe una forzatura considerare il Carnevale una festa religiosa a tutti gli effetti.

Nel secondo caso (caos sociale), riconoscere alla festa le funzioni di contestare, sospendendo o addirittura sovvertendo certe norme sociali nonché le autorità che di queste sono garanti, s’ iscrive tuttavia in un perimetro in cui i comportamenti più spinti sono previsti e confinati in confini spazio-temporali delimitati dalla tradizione.

Tra Carnevale e Cattolicesimo il processo di reciproca accettazione non fu breve né facile. Nel 1468 papa Paolo II , rampollo di una nobile famiglia veneziana, amante della cultura e della buona cucina, volle indire solennemente il Carnevale nella città di Roma mettendo fine a secoli di ostilità. Da allora maschere, musiche e balli divennero definitivamente le cifre del nostro Carnevale.

Credits – freepik

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