Buongiorno del 10/12
“Mio fratello che guardi il mondo e il mondo non somiglia a te. Mio fratello che guardi il cielo e il cielo non ti guarda”.
Non c’è cosa peggiore, forse, che cercare aiuto e trovare solo gente che ti volta le spalle; essere in mezzo a tante persone, eppure sentirsi soli, perché non ci sentiamo compresi, non ci riconosciamo nell’altro.
Proprio in questi momenti, ci dovrebbe venire in aiuto una parola: “Fratello”. “Parola tremante nella notte”, come dice una poesia di Ungaretti. Perché è difficile, in effetti, riconoscere nell’altro un proprio fratello. Eppure è quello che siamo, tutti noi esseri umani, sia che ci consideriamo fratelli naturali, perché figli di uno stesso Dio, sia fratelli adottivi, perché abitiamo nella stessa casa, il nostro pianeta Terra.
In ogni caso, ogni volta che ci sentiamo incompresi o esclusi, c’è un fratello dall’altra parte del mondo che sta provando la stessa cosa. O peggio, che sta soffrendo ancora più intensamente, a causa di guerre, fame, malattie, ingiustizie e crudeltà inimmaginabili.
Allora riserviamo ogni giorno almeno un pensiero ai nostri fratelli. Non servirà forse a risolvere i problemi, ma noi per primi ci sentiremo meno soli.
“Se c’è una strada sotto il mare, prima o poi ci troverà. Se non c’è strada dentro il cuore degli altri, prima o poi si traccerà”.