Buongiorno del 19/10

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Buongiorno del 19/10

Una bottiglia d’acqua non è solo una bottiglia d’acqua.
L’acqua la diamo per scontata: sgorga dai rubinetti senza fine, la troviamo in natura come pozzanghere, ruscelli e laghi.
Quella potabile però, inodore, limpida e dissetate non è più così frequente. Al mondo non tutti ne hanno accesso. Lo so, penserete, la solita solfa.
In Italia ne abbiamo molta, riusciamo anche a imbottigliarla in bottiglie piccole piccole, comprarla a poco prezzo, nemmeno la beviamo tutta e poco ce ne importa.
Succede a mensa, nella nostra scuola, in maniera totalmente ingiusta.
Dopo che è stata gentilmente posata sul tavolo per noi, nel posto riservato per noi, vicino al cibo preparato per noi, la abbandoniamo ancora piena senza pensare che potremmo conservarla per un momento successivo, quando potremmo averne bisogno.
Triste, invece, è notare che vengano svuotate una dopo l’altra dalla gentile signora della mensa. Signora della mensa che si preoccupa anche di appiattire le bottiglie di plastica ormai vuote, anche questa una ad una, per renderle più facilmente gestibili per il riciclo.
Allora io mi chiedo: perché lei lavora bene e noi no? Quale giustificazione abbiamo in quanto studenti e docenti? Non dovremmo appartenere ad un gruppo di persone che insegnano e vogliono imparare?
Ecco la mia preghiera: beviamo ciò che ci viene gentilmente donato, anche in un secondo momento. Appiattiamo le bottigliette di plastica e diciamo più spesso grazie a chi, senza saperlo, è più gentile di noi.
Credit – brgfx

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