Buongiorno del 18/9

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Buongiorno del 18/9

Vi fu un tempo in cui le lumache non avevano protezione sul dorso. Insomma, non erano le lumache che conosciamo noi.
Si aggiravano per i prati all’ombra delle fronde per non seccarsi la nuca e le loro antenne si protendevano a cercare il sole per raccoglierne i raggi solo durante le prime ore del mattino, quando la luce è fioca e l’aria mite.

Erano solite arrischiarsi sulla corteccia degli alberi, essere spericolatamente intrepide pur di cibarsi delle belle foglie verdi che nascono sulla cime dei rami.

Le lumache salivano sugli alberi non solo per nutrirsi, ma anche per ammirare da quelle altezze le leggendarie creature alate che solcavano i cieli. Le aquile, grandi
protagoniste delle vecchie storie che venivano tramandate di generazione in generazione, sembravano davvero le regine indiscusse delle nuvole, eroici individui dalla grande ala, dal
volo parabolico, maestose e capaci di resistere in volo ad ogni condizione atmosferica.

Le lumache sognavano d’essere come loro, ma si pensa sempre di non essere abbastanza grandi quando l’impresa è arduo da affrontare e si può rimanere su di un ramo fermi a guardare.
Un giorno, un incredibile uragano finì per mandare all’aria l’equilibrio del bosco: fogliame a terra, fiori sbattuti dal vento, bacche strappate via dalla ferocia del temporale.

Tutti gli animali si rifugiarono nelle proprie tane e vi rimasero per giorni, nascosti e isolati.
Le lumache s’erano radunate sotto un portico naturale e lì sostarono o lungo tra foglie di fico, sassi e conchiglie. Anche le aquile non volavano più in cielo e le nuvole grigie oscurarono
il sottobosco.
Un giorno, nostalgiche delle cortecce e del brillare del sole sulla superficie dei laghetti, le lumache presero una decisione: caricarono su di sé le conchiglie trovate e uscirono allo
scoperto. Quando la tempesta si faceva più forte si arrotolavano sotto il guscio, quando questa lasciava loro un po’ di tregua, si avventuravano a raggiungere le innumerevoli tane
degli altri popoli del bosco per portare notizie, scambiare idee, sognare nuovi progetti, imparare altre tradizioni.
Fu solo questione di tempo e anche l’uragano cessò. Quando le piogge finirono e gli animali tornarono a popolare il bosco, la lumaca non volle più staccarsi la conchiglia di dosso. La
casa sulle spalle, la lentezza data dal peso della responsabilità di cui s’era fatta carico, la determinazione nel raggiungere il proprio scopo e la capacità d’essere amica, avrebbero da
quel momento accompagnato nei secoli quella piccola creatura, priva d’ali ma capace di guardare lontano.
Furono chiamate chiocciole e il vento soffiò su/ loro guscio un’incisione a forma di spirale per ricordare che non si è mai troppo piccoli per far girare il mondo dalla parte giusta.

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