Skip to main content

Chi siamo

Viviamo in una comunità fraterna, pratichiamo i “consigli evangelici”, castità, povertà ed obbedienza, ci dedichiamo alla missione giovanile.

Questi sono gli elementi che caratterizzano la nostra vita di carità verso Dio e i fratelli.

Noi, Salesiani di Don Bosco (SDB), formiamo una comunità di battezzati che, docili alla voce dello Spirito, intendono realizzare il progetto del loro Fondatore in una specifica forma di Vita religiosa: essere nella Chiesa segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani, specialmente ai più poveri.

La missione dà a tutta la nostra esistenza il suo tono concreto, in essa troviamo la via della nostra santificazione.

(cfr Art 2 e 3 delle Costituzioni Salesiane)

La comunità Educativa Pastorale

Mission Educativa

La mission educativa e pastorale affidata alla nostra opera in Alassio viene quotidianamente portata avanti da una Comunità Educativa Pastorale, che elabora il progetto educativo-pastorale ed un programmazione in cui sono coinvolte tutti i settori che costituiscono l’opera. Essa è composta da tutti coloro che a diverso titolo e con diverse responsabilità aiutano i giovani e sono da questi aiutati a crescere come buoni cristiani e onesti cittadini. Siamo infatti convinti che lavorare insieme, laici e salesiani, giovani e adulti, anche se diversi per età, sensibilità, modo di pensare e di affrontare la vita, contenga in se la potenzialità e le chiavi di lettura vitali per una nuova interpretazione, annuncio ed attualizzazione del Vangelo.

Consiglio CEP

Essa è animata dal Consiglio della CEP di cui fanno parte normalmente tutti i confratelli salesiani della casa ed i laici impegnati nei vari settori dell’opera, presieduta dal direttore della casa.

Il Consiglio della CEP è l’organismo che anima e coordina l’attuazione del Progetto Educativo-Pastorale, è il luogo privilegiato della corresponsabilità dei salesiani, dei laici, dei genitori e dei giovani. Opera mediante la riflessione, il dialogo, la programmazione e la revisione degli interventi previsti. Essendo un organismo di coordinamento per il servizio dell’unità di tutti nel Progetto locale, coopera con tutte le altre istanze che agiscono nella CEP.

È convocata e presieduta periodicamente dal direttore della casa.

Sistema preventivo

Un po' di storia

1870: Don Bosco apre ad Alassio la prima scuola salesiana fuori dal Piemonte, dopo l’oratorio di Valdocco a Torino, le case di Mirabello, Lanzo e Cherasco.

Già in quel tempo, Alassio era una località di buone tradizioni culturali: nel 1863 il parroco della città, Don Francesco Della Valle, scriveva a Don Bosco, a nome proprio e dell’intera Municipalità alassina, proponendogli di impiantare una casa di educazione.

I contatti epistolari proseguirono nel tempo, finché Don Bosco verrà ad Alassio per la prima volta nel 1869 e sarà favorevolmente colpito dall’ex convento di Santa Maria degli Angeli, che diventerà poi la Casa Salesiana.

Il 1° giugno 1870 si stipula tra Don Bosco e la Giunta Comunale la Convenzione per l’apertura del collegio-convitto. All’articolo 1 di tale Convenzione si legge:

“Il sacerdote Don Giovanni Bosco si obbliga per sé e per i suoi eredi ad aprire un Collegio-Convitto in questa città di Alassio e a somministrare l’istruzione classica, ginnasiale ed elementare tanto ai giovani cittadini, quanto ai forestieri”.

Così il 20 settembre dello stesso anno apre ufficialmente la Casa Salesiana di Alassio. Direttore: Don Francesco Cerruti. Economo: Don Francesco Bodrato. L’insegnamento comprende i quattro anni (allora) di scuola elementare e i cinque di ginnasio.

Nel programma illustrativo della scuola, stilato dallo stesso Don Bosco, si legge tra l’altro:

”Nel centro della amena Riviera di Ponente, tra Genova e Nizza in Alassio sarà aperto un Collegio-Convitto a favore della studiosa gioventù. […] Gli insegnanti saranno patentati, le materie e le discipline scolastiche saranno in analogia coi programmi e regolamenti governativi. Si assicurano le più vive sollecitudini affinché agli allievi non manchi nulla di quanto può contribuire al loro profitto morale, sanitario e scientifico”.

Con la ricostruzione del secondo dopoguerra, anche la Casa di Alassio subirà quelle necessarie trasformazioni, interne ed esterne, fondamentali per l’adeguamento ai tempi che cambiano sempre più rapidamente. Aprirà negli anni Sessanta la Scuola Media unica, poi il Liceo Scientifico; sarà consentita alla fine degli anni Settanta la frequenza alle studentesse; cambierà la provenienza geografica dell’utenza. Verranno aperti negli anni Novanta nuovi indirizzi sperimentali, che otterranno un gran riscontro presso le famiglie, fino ai giorni nostri, nei quali l’Istituto sta affrontando le nuove sfide di rinnovamento insite nella recente riforma della Scuola di primo e secondo grado.

Inizialmente, oltre che da Alassio, gli allievi provenivano dall’attuale provincia di Imperia, ma anche da Albenga, Ovada, Ferrara, Saluggia. Provenienza destinata ad allargarsi a tutta l’Italia settentrionale negli anni successivi. La Casa Salesiana di Alassio affronterà la bufera della Grande Guerra, gli anni bui del ventennio fascista e la tremenda tragedia del secondo conflitto mondiale, rimanendo sempre un punto di riferimento spirituale e culturale per tante famiglie e giovani, ben oltre i confini di Alassio.